Il lusso, oggi, è diventato rumore.
Accumulo, visibilità, conferma.
Un linguaggio che urla per essere riconosciuto.
Eppure, nella prospettiva del pensiero — e in particolare in Martin Heidegger — ciò che ha valore non coincide con ciò che si impone.
L’essenziale non si mostra gridando.
Resta.
Il vero lusso non è l’eccesso.
È la misura.
Il lusso non è possesso
Possedere molto non è lusso.
È spesso difesa.
Il lusso autentico è:
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scegliere poco
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scegliere bene
-
scegliere lentamente
È avere il tempo di riconoscere ciò che serve
e il coraggio di lasciare andare il resto.
Nel lusso essenziale non c’è spreco.
C’è attenzione.
Lusso è tempo
Nel mondo della velocità,
il tempo non è più esperienza: è risorsa da sfruttare.
Ma il lusso vero è avere tempo non occupato.
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tempo per pensare
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tempo per tacere
-
tempo per abitare
Il tempo lento non si compra.
Si difende.
Ed è per questo che è raro.
Lusso è silenzio
Il silenzio è diventato un bene di lusso.
Non perché sia costoso,
ma perché è difficile da proteggere.
Silenzio come:
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assenza di imposizione
-
spazio per ascoltare
-
rispetto per ciò che non chiede attenzione
Dove c’è silenzio,
il superfluo cade da solo.
Lusso è coerenza
Il lusso più raro non è materiale.
È vivere senza contraddirsi.
Coerenza tra:
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ciò che si sceglie
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ciò che si consuma
-
ciò che si mostra
-
ciò che si è
Una vita coerente non ha bisogno di essere spiegata.
Si riconosce.
Un lusso sobrio
Il lusso che conta non invade.
Non colonizza.
Non chiede conferme.
È uno spazio lasciato libero.
Un oggetto scelto con cura.
Una parola non detta.
Un tempo non riempito.
Forse, oggi, il vero lusso è questo:
potersi permettere l’essenziale.
Il lusso non è ciò che si aggiunge.
È ciò che resta quando tutto il resto cade.